Pico, Azzorre: cosa fare, dalla salita sul vulcano al whale watching (2024)

Pico, Azzorre: cosa vedere, cosa fare e tutte le informazioni utili per visitare la seconda isola dell’arcipelago. I luoghi e le esperienze da non perdere, dalla salita sul vulcano al whale watching.

Pico, una delle tre isole del O Triângulo (il “triangolo” che forma insieme alle vicine Faial e São Jorge), ospita la montagna più alta del Portogallo: il vulcano che le dà il nome. Insieme a Flores e Corvo è una delle tappe che ho preferito durante il mio viaggio alle Azzorre e in questo post vi porto a scoprirla, suggerendovi le esperienze da non perdere.

Cosa potete trovare in questo post: nascondi

1. L’isola di Pico in pillole

2. Cosa vedere e cosa fare a Pico

2.1. Salire sul monte Pico

2.2. Scoprire la tradizione vitivinicola nell’area di Criação Velha

2.2.1. Fare una degustazione da Pico Wines

2.3. Salpare per un’esperienza di Whale Watching

2.4. Fare un aperitivo (o cenare) al Cella Bar

2.5. Ammirare da vicino le scogliere laviche

3. Informazioni utili per visitare l’isola di Pico

3.1. Come arrivare a Pico

3.2. Visitare Faial

L’isola di Pico in pillole

L’isola di Pico (Ilha do Pico), insieme a Faial, São Jorge, Graciosa e Terceira, appartiene al Gruppo Centrale (Grupo Central) dell’arcipelago delle Azzorre e deve il suo nome al vulcano che la domina: il monte Pico, appunto, che, con i suoi 2.351 metri d’altezza, è la montagna più alta del Portogallo. Nota anche come Ilha Preta (Isola nera) è la seconda isola dell’arcipelago per dimensione e la più “giovane” delle nove, nonostante abbia oltre 300.000 anni.

Pico fece la sua prima comparsa nei documenti europei nel 1345, con una menzione nel Libro del Conocimiento, un manoscritto redatto sotto forma di un immaginario diario di viaggio scritto da un mendicante castigliano. Nel testo, Pico compare elencata tra altre isole dell’Atlantico:

“[…] la isla del lobo [attuale Santa Maria], y a otra isla de las cabras [isola di São Miguel], y a otra isla del brasil [Terceira], y a outra la columbaria [Pico], y la otra la isla de la ventura [Faial], y la otra isla de sant Jorge [São Jorge], e la otra la isla de los conejos, y la otra isla de cuervos marinos [Flores].”

Libro del Conocimiento

Nel 1351, Pico comparve anche all’interno dell’Atlante Mediceo, attualmente conservato alla Biblioteca Medicea Laurenziana di Firenze. Anche in questo caso, apparve insieme ad altre isole e con un nome che richiamava l’elevata concentrazione di volatili (Ave de Colombis), toponimo che la accompagnò per decenni prima di essere cambiato in Ilha de São Dinis e poi, nel 1482, in Ilha do Pico.

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Ultima delle isole del Gruppo Centrale a essere abitata, Pico vide il suo primo insediamento, l’attuale Lajes, sorgere intorno al 1480 a opera di Fernando Álvares Evangelho. Il centro abitato — seguito nel 1542 dalla fondazione di São Roque do Pico — fu posto prima sotto il controllo di Don Álvaro d’Ornelas e poi di Jós d’Hutra, un fiammingo già capitano della vicina Faial.

L’isola, però, cominciò a svilupparsi realmente solo nel Diciottesimo secolo, complice la nascita della cittadina-porto di Madalena.

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Grazie all’espandersi degli scambi commerciali, ai fertili terreni vulcanici e (pare) all’intervento di un italiano, Pico riuscì a sviluppare un’importante tradizione viti-vinicola che le permise di farsi conoscere anche al di fuori dell’arcipelago. A frenare lo sviluppo, nel Diciottesimo secolo, fu però la diffusione della fillossera e dell’oidio, rispettivamente un insetto e una malattia della vite che misero in ginocchio la produzione e l’economia dell’isola.

A supportare economicamente gli abitanti rimase la baleneria, importata nell’arcipelago dai marinai statunitensi e praticata dai locali che salpavano solo durante la stagione della caccia, dedicando il resto dell’anno all’agricoltura. Nell’Ottocento, la caccia ai capodogli divenne quindi la prima attività locale e rimase una delle fonti primarie di sostentamento fino al 1986, anno in cui fu abolita.

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Cosa vedere e cosa fare a Pico

Pico, oggi, è un’isola che vive anche di turismo: ospita uno degli unici due siti Patrimonio UNESCO delle Azzorre (l’altro è a Terceira), offre splendidi percorsi escursionistici immersi nella natura, permette di salire sulla cima del suo vulcano e di salpare per un’esperienza di whale watching insieme a guide esperte.

Se volete scoprirla, ecco le cose da fare a Pico durante il vostro viaggio alle Azzorre e tutte le informazioni utili.

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Salire sul monte Pico

Riserva Naturale dal 1982, il monte Pico (Montanha do Pico) eruttò per l’ultima volta nel dicembre del 1720 e oggi è un vulcano quiescente, ossia temporaneamente inattivo, anche se, al momento, sulla sua cima (il Piquinho) si possono vedere le fumarole dalle quali esce un mix di gas e vapore acqueo. È il terzo vulcano attivo più grande dell’Oceano Atlantico dopo il Teide (3.717 metri), che si trova alle Canarie, e il Fogo (2.829 metri), a Capo Verde.

Il monte si può ammirare da ogni angolo dell’isola, ma per scoprirlo davvero vi consiglio di raggiungere la sua cima, condizioni meteo e fisiche permettendo. Per farlo, dovete registrarvi alla Casa da Montanha (a circa 1.200 metri sul livello del mare), punto di riferimento per tutti gli escursionisti: la registrazione è obbligatoria, innanzitutto perché si tratta di una riserva naturale con accessi limitati, poi perché al momento della partenza vi verrà dato un GPS da portare sempre con voi e che può essere utile in caso di emergenza.

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L’escursione può svolgersi (anche in autonomia) in quattro diverse fasce orarie:

  • da mezzanotte alle 8.00, per chi desidera vedere l’alba dalla cima del Piquinho (15€);
  • dalle 8.00 alle 12.00, per chi preferisce l’escursione in mattinata (15€);
  • dalle 12.00 alle 18.00, per chi la vuole fare il pomeriggio (15€);
  • dalle 18.00 a mezzanotte, unica opzione per chi vuole dormire all’interno del cratere (35€). La partenza può avvenire dalle 16.30 dal 1 giugno al 31 ottobre e dalle 14.30 il resto dell’anno, così da dare la possibilità di seguire il sentiero con la luce del sole. In questo caso dovrete portare con voi tutto l’occorrente (tenda, sacco a pelo, ecc).

La salita impiega in media tra le tre ore e mezza e le quattro ore; una volta scesi è obbligatorio tornare alla Casa da Montanha, dove avviserete di aver completato il trekking, consegnerete il GPS e vi verrà dato un certificato che testimonierà l’esperienza. Al rifugio ci sono ampi armadietti (2€) e un bagno, così da lasciare le cose che non vi servono e rinfrescarvi una volta terminato il percorso.

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Sul monte Pico il tempo può cambiare rapidamente e l’accesso ai sentieri è consentito solo in condizioni meteo favorevoli; in caso di forte vento, per esempio, le escursioni possono essere annullate. Per esperienza, vi consiglio di consultare il sito Mountain-forecast.com, una piattaforma che nel mio caso si è rivelata affidabile e che mostra il meteo alla base del vulcano (Base, 500 metri), a 1.500 metri (Mid) e sulla cima (Peak).

Se lungo la costa o a metà percorso sono segnalate nuvole, mentre la cima risulta scoperta, non disperate e non annullate l’escursione, i panorami non vi deluderanno. Io sono salita attraversando un mare di nuvole per poi trovare un cielo azzurrissimo sulla cima e scendere, il giorno dopo, sotto il sole.

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L’esperienza può essere vissuta in autonomia, ma sappiate che potete anche affidarvi alle guide e ai tour organizzati in loco e salire sul monte Pico con una guida esperta*; cliccando sul link potete prenotare l’esperienza (compresa di assicurazione e noleggio bastoni da trekking) comodamente da casa, prima di partire.

La Casa da Montanha è aperta 24 ore su 24 dal 1 maggio al 30 settembre, mentre il resto dell’anno l’orario è ridotto, con apertura alle 8.00 e chiusura alle 20.00 dal 1 al 31 ottobre e alle 18.00 dal 1 novembre al 30 aprile. All’interno non c’è un’area ristoro, quindi dovete portare con voi acqua e viveri.

Il rifugio può essere raggiunto in auto (è presente un ampio parcheggio), ma se non avete un vostro mezzo potete anche usufruire dei tanti taxi che partono dalle principali località dell’isola; da Madalena il viaggio costa 30€, da dividere tra tutti i passeggeri.

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Scoprire la tradizione vitivinicola nell’area di Criação Velha

Gran parte dell’area occidentale di Pico è ricoperta di viti: tutte all’interno di lotti (currais) limitati da muretti in basalto (paredes o murinhos) e potate affinché non superino i cinquanta centimetri, così da sopravvivere al caldo e ai forti venti che sferzano l’isola tutto l’anno portando con sé acqua salata che, in assenza di piogge, rischierebbe di rovinare le piante.

Proprio per i suoi paesaggi straordinari, quest’angolo dell’isola tra Madalena e São Roque do Pico (e in particolare l’area di Criação Velha) è dal 2004 un sito patrimonio UNESCO sotto il nome di “Paesaggio della cultura vinicola dell’isola Pico” (Paisagem da Cultura da Vinha da Ilha do Pico).

L’area può essere scoperta autonomamente passeggiando lungo i percorsi sterrati che affiancano i currais, visitando il Museo do Vinho di Madalena, salendo sui suoi mulini eredità dei cittadini di origine fiamminga (come il Moinho da Avenida do Mar o Moinho dos Frades) e partecipando a tour o visite guidate in cantina, dove è possibile anche assaggiare i vini locali.

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Fare una degustazione da Pico Wines

Tra le diverse cantine io ho scelto Pico Wines – Ilha do Pico, una cooperativa attiva dal 1949 e che oggi conta oltre 250 coltivatori sparsi sull’isola. Il suo obiettivo è quello di portare avanti e preservare le tradizioni, le uve e le varietà di Pico, con la vendemmia che viene fatta esclusivamente a mano.

I vini proposti dalla cooperativa, così come dalle altre realtà dell’isola, sono fortemente minerali (data la composizione del terreno) e principalmente bianchi, a partire dal Verdelho (vero protagonista di Pico), seguito da Terrantez do Pico, Rola Pipa, Gruta das Torres, Frei Gigante, Arinto dos Açores. Non mancano però anche i rossi Terras de lava (Syrah, Reserva, Merlot e Blend). A questi si aggiungono i vini liquorosi (il 10 Anos, il Lajido Fine Old Reserve e il Lajido Seco), uno spumante e un rosé.

Pico Wines propone cinque diverse degustazioni: due che permettono di assaggiare tre vini, due che ve ne faranno scoprire cinque e una da nove vini, per provare tutti i diversi sapori offerti dalle cooperativa. Trovate tutte le informazioni sul sito Pico Wines.

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Salpare per un’esperienza di Whale Watching

Sulla rotta che porta i grandi cetacei da Nord a Sud, le Azzorre sono uno dei luoghi più adatti dell’Atlantico per salpare per un’esperienza di whale watching, ossia di osservazione delle balene. Le acque più frequentate sono quelle di São Miguel, di Faial e di Pico, mentre per osservare gli squali balena bisogna raggiungere la piccola Santa Maria.

Per secoli, l’isola di Pico — così come quasi tutto l’arcipelago — ha vantato un’attivissima industria baleniera, che, come vi raccontavo, fu importata dai marinai nordamericani. Per avvistare i cetacei, gli uomini si posizionavano sulle tante vigias che puntellavano la costa: delle casette-vedetta che, grazie alla posizione rialzata, permettevano di avvistare gli spruzzi e le code dei mammiferi.

La storia della baleneria può essere approfondita al Museu dos Baleeiros di Lajes do Pico o al Museu da Indústria Baleeira di São Roque.

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Oggi, quelle casette vengono sì utilizzate per localizzare i cetacei, ma a partire sono i gommoni e le imbarcazioni delle tante realtà che offrono esperienze di whale watching e che sono tenute a mantenere una distanza di sicurezza, nel rispetto dell’animale.

Le realtà che offrono questa attività sono numerose, vi lascio qui alcune delle principali, così da prenotare comodamente da casa e assicurarvi un posto (consigliato soprattutto nei periodi di alta stagione):

Prima di partire, una delle guide vi illustrerà i diversi tipi di cetacei che possono essere avvistati, raccontandovi le caratteristiche principali e le probabilità di avvistamento. Le uscite in barca possono subire variazioni a causa delle condizioni meteo. I periodi migliori variano a seconda delle specie, ma solitamente il maggior numero di avvistamenti avviene tra la fine della primavera e l’inizio dell’estate e tra la fine dell’estate e l’inizio dell’autunno.

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Fare un aperitivo (o cenare) al Cella Bar

Inaugurato nel 2015, il Cella Bar è un locale di design a due passi dalle vigne di Madalena e affacciato sull’Oceano Atlantico e sull’isola di Faial. Realizzata in parte in muratura e in parte in legno e caratterizzata da linee sinuose, la struttura vuole ricordare le botti nelle quali viene lasciato invecchiare il vino: un omaggio alla tradizione vitivinicola della zona.

Rivolto a ovest, il locale è perfetto per un aperitivo o una cena al calar del sole. Il menu propone piatti della cucina locale — alcuni in chiave tradizionale, altri rivisitati — ai quali si affianca una ricca lista di bevande e co*cktail. Super consigliato, sia per l’esperienza culinaria che per la vista.

Il Cella Bar è aperto tutti i giorni, tranne il mercoledì, dalle 15.00 a mezzanotte. Il menu è disponibile a questo link.

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Ammirare da vicino le scogliere laviche

Le coste dell’isola di Pico sono caratterizzate da rocce nere in basalto, note come biscoitos o mistérios, risultato di secoli di eruzioni vulcaniche. Alcune di queste sono alte poche centimetri, ma altre sfiorano i dieci metri, creando scogliere laviche incredibilmente affascinanti e che ricordano molto i paesaggi islandesi.

Tra queste ci sono quelle nell’area di Poço Novo e Cachorro, dove è presente anche una formazione rocciosa che ricorda un cagnolino (cachorro, in portoghese) — su Maps la trovate come “Cabeça do cachorro – formação rochosa” —, e gli Arcos Vulcânicos tra Arcos e Santa Lucia. Facendo un po’ di attenzione vedrete anche i fiumi di lava solidificati, fateci caso.

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Informazioni utili per visitare l’isola di Pico

Se avete un po’ di tempo in più o avete intenzione di noleggiare una macchina, sull’isola di Pico potete anche andare alla scoperta dei tunnel lavici — come il Furna do Frei Matias, lungo oltre 650 metri, o la Gruta das Torres, il più grande del Portogallo — o delle lagoas, i laghi formatesi all’interno di antichi crateri, come la Lagoa do Caiado, la Lagoa do Cabeço dos Grotões, la Lagoa da Rosada o la Lagoa do Capitão.

Se non avete noleggiato una macchina o volete visitare Pico con guide locali, sappiate che esistono numerosi tour guidati con partenza giornaliera che vi porteranno a scoprire i luoghi più significativi dell’isola.

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Come arrivare a Pico

Pico può essere raggiunta in aereo (aeroporto di Pico – PIX) direttamente da Lisbona o dalle isole di São Miguel e Terceira. In alternativa potete arrivare via mare grazie alle barche di Atlânticoline, che hanno come destinazione i porti di São Roque e Madalena. Di seguito le rotte che servono l’isola di Pico:

  • Azul(blu): che la collega a Faial;
  • Verde: che la unisce a Faial e Sâo Jorge;
  • Branca(bianca): che la collega a Faial, São Jorge, Graciosa e Terceira;
  • Lilas(viola): che effettua collegamenti con Faial, São Jorge e Terceira;
  • Laranja(arancione): che la collega a São Jorge.

Per tutte le altre informazioni su come spostarsi, vi consiglio di leggere il post dedicato a come muoversi alle Azzorre.

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Visitare Faial

Se avete tempo in più o avete in programma di visitare anche la vicina Faial, vi consiglio di dare un’occhiata anche a questi tour, tutti con partenza da Horta, cittadina che può essere comodamente raggiunta in traghetto da Madalena (30 minuti, 3,80€) :

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INFORMAZIONI PRATICHE PER UN VIAGGIO ALLE AZZORRE:
  • Dove dormire a Pico: Dopo aver trascorso la prima notte a Pico sulla cima del vulcano, per le due notti successive ho scelto di alloggiare ad Adega dos Virgilios*, una splendida casetta a due passi dal Cella Bar e dalle piscine naturali e raggiungibile in pochi minuti di auto da Madalena. La casa, arredata in stile tradizionale, ha un ampio spazio con soggiorno e cucina, una camera da letto matrimoniale e un bagno, oltre che uno spazio esterno dove, a disposizione degli ospiti, ci sono lo spazio per stendere i panni e un caminetto con una griglia. L’host è stato estremamente gentile e accogliente, non posso che consigliarla!
  • Da mettere in valigia: se avete dispositivi elettronici con prese a tre poli (tipo L), vi servirà un adattatore, perché in Portogallo le prese sono di tipo C o F, lo trovate qui*. Trovate tutte le informazioni utili su cosa portare alle Azzorre nel post dedicato.
  • Da scaricare nello smartphone: l’applicazione di SATA, compagnia aerea che collega le isole dell’arcipelago, così potete avere a portata di mano le vostre carte d’imbarco, rimanere aggiornati su eventuali imprevisti e fare comodamente i check-in.
  • Cosa assaggiare: trovate tutte le informazioni utili nel post dedicato a cosa mangiare alle Azzorre.
  • Documenti: passaporto o carta d’identità valida per l’espatrio e assicurazione viaggio (non obbligatoria, ma consigliata, nel link qui sopra o nell’immagine sottostante trovate un 10% di sconto per voi).
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Se avete consigli, domande o suggerimenti sull’isola di Pico, lasciate un commento!

Per vedere tutte le foto fatte alle Azzorre, sfogliate ilmioalbum su Flickr. Le immagini inserite nel post le ho scattate con uniPhone 11 Pro* e una Canon 80D*, la foto di copertina e quella del Whale watching sono state scattate con una GoPro Hero8*.

*All’interno di questo post potrebbero essere presenti dei link di affiliazione, contrassegnati da un asterisco. Questo significa che se decidete di effettuare una prenotazione o di fare un acquisto e utilizzerete questi link, i siti mi riconosceranno una percentuale. Per voi non ci sono costi aggiuntivi, ma così facendo supporterete questo blog e il lavoro che si nasconde dietro ogni articolo pubblicato. Grazie ❤

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Author: Kerri Lueilwitz

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Name: Kerri Lueilwitz

Birthday: 1992-10-31

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Job: Chief Farming Manager

Hobby: Mycology, Stone skipping, Dowsing, Whittling, Taxidermy, Sand art, Roller skating

Introduction: My name is Kerri Lueilwitz, I am a courageous, gentle, quaint, thankful, outstanding, brave, vast person who loves writing and wants to share my knowledge and understanding with you.